Dove Investire sulle azioni in Borsa

39-azioni-e-la-borsa.jpgContinuano le guide di istruzione che il blog propone per capire dove investire. Oggi ti parlo del mercato azionario.

Le azioni sono frazioni del capitale di una società. Chi acquista un’azione diventa socio, cioè proprietario di un pezzo della società proporzionale alla quantità di azioni che possiede. Se gli affari della società vanno bene, le azioni si apprezzano, se vanno male, le azioni scendono.

In realtà, l’andamento dei titoli in Borsa è condizionato anche dall’andamento generale dell’economia. Se gli investitori sono fiduciosi sulle prospettive dell’economia, investono di più in Borsa e tutti i titoli quotati se ne avvantaggiano, se sono pessimisti, abbandonano gli investimenti azionari e il mercato tende al ribasso.

La Borsa è, spesso, associata al concetto di speculazione. È vero che con le azioni si può guadagnare o perdere molto velocemente, anche da un giorno all’altro, ma la crescita dei mercati azionari si basa sui profitti generati dalle imprese. Quelli azionari sono, perciò, investimenti nell’economia reale. Sul lungo periodo, l’investimento in Borsa si è dimostrato il più sicuro e redditizio, perché basato sulla naturale tendenza dell’economia a crescere. Acquistare azioni di qualche società solida e promettente è il modo migliore per garantirsi buoni redimenti.

Un mercato virtuale. Fino a poco tempo fa, la Borsa era il luogo fisico dove avvenivano le contrattazioni. Gli agenti di cambio e i loro procuratori si ritrovavano in una grande sala, dove facevano le loro proposte di acquisto o di vendita per i diversi titoli. La sede storica della Borsa italiana è a Milano, in piazza degli Affari.
Oggi le contrattazioni sono telematiche: ogni operatore immette nel circuito elettronico della Borsa le proposte di acquisto o vendita, standosene comodamente seduto nel proprio ufficio davanti a un computer. E con la diffusione del trading on-line anche i piccoli risparmiatori possono comprare e vendere azioni direttamente dal computer di casa.

Azioni ordinarie e di risparmio.
I titoli azionari si dividono in due categorie principali: le azioni ordinarie e le azioni di risparmio. Le prime danno a chi le possiede il diritto di votare nelle assemblee della società, dove si prende ogni decisione importante. Le azioni di risparmio non danno invece, la facoltà di partecipare alle assemblee, ma in cambio offrono dividendi più interessanti. Pagano, infatti, un dividendo minimo garantito (ovviamente, a patto che la società realizzi profitti) e hanno un rendimento da dividendo più alto di quello delle azioni ordinarie.
Simili alle azioni di risparmio sono le azioni cosiddette “azioni privilegiate“. La somma del valore di tutte le azioni ordinarie, di risparmio e privilegiate, dà la capitalizzazione di Borsa di una società. Un valore che cambia ogni giorno.

La capitalizzazione complessiva della Borsa è data dalla la somma delle capitalizzazioni delle società quotate. Vent’anni fa le azioni quotate nella Borsa italiana erano 170, ora sono più di 300, per una capitalizzazione complessiva di circa 600 miliardi di euro. Alla Borsa di New York, il principale mercato azionario mondiale, sono quotate oltre 3 mila azioni, per una capitalizzazione complessiva di oltre 10 mila miliardi di dollari (oltre 20 milioni di miliardi di lire).

Privatizzazioni e Offerte pubbliche di vendita.
A partire dagli anni ’90 lo Stato, ha cominciato una campagna di privatizzazioni e collocamenti in Borsa delle principali aziende pubbliche: banche, società industriali, di servizi di pubblica utilità. Le privatizzazioni sono avvenute attraverso Offerte pubbliche di vendita (Opv), che sono assegnazioni dei titoli, a chi ne fa richiesta (in banca o presso una società d’intermediazione), prima che le azioni siano collocate in Borsa. La maggiore offerta pubblica di vendita è stata quella del colosso dell’energia elettrica Enel.

Sottoscrivere azioni in occasione di queste offerte è stato finora, nella maggior parte dei casi, un buon investimento. Sul mercato sono state immesse società risanate e redditizie. Una privatizzazione, non è però necessariamente sinonimo di buon affare. Ogni offerta va valutata attentamente.

Oltre alle aziende pubbliche, un numero crescente di piccole e medie società sono state collocate in Borsa negli ultimi tempi. In alcuni casi, sottoscrivere queste offerte prima dell’arrivo dei titoli in Borsa ha portato a notevoli guadagni. In altri, a cocenti delusioni.

Come si fa a individuare le azioni migliori?
Ogni giorno un esercito di professionisti (analisti finanziari, gestori di portafogli, economisti e intermediari) si dedica a una specie di gara, per individuare quali saranno i migliori titoli azionari. Si analizzano i bilanci delle società e le notizie sui settori in cui operano, si interpellano gli amministratori e si fanno ipotesi sulle prospettive degli affari. Soprattutto, si cerca di scoprire qualche dato positivo prima degli altri; prima cioè, che le buone notizie facciano salire il prezzo delle azioni, rendendo l’acquisto meno conveniente. In realtà, come ha evidenziato l’economista inglese John Maynard Keynes, uno dei padri dell’economia moderna, la logica per individuare l’azione vincente è simile a quella di un concorso di bellezza. Non è importante individuare la più bella, ma individuare quella che la maggior parte della giuria reputerà più bella.

In ogni caso, selezionare le azioni di grandi società, che realizzano buoni prodotti e distribuiscono con continuità un dividendo, è già un buon criterio. Forse non si individuerà il titolo con le performance più spettacolari, ma ci si terrà alla larga dalle peggiori delusioni. La scelta delle azioni è un lavoro abbastanza difficile… se si vuole investire in Borsa una fetta importante dei propri risparmi è meglio affidarsi a professionisti, attraverso fondi comuni, gestioni patrimoniali o altri intermediari specializzati.