Nuovi investimenti a basso rischio

384-basso-rischio.jpg&h=220&w=240&zc=1&q=90Come investire soldi a breve termine e a basso rischio? Questa è una delle domande più ricorrenti nei siti web dedicati ai mercati finanziari, oltre al fatto che è la prima richiesta che, qualunque persona non avvezza del campo, fa a un consulente finanziario quando se lo trova a tiro.

La soluzione su come investire soldi a breve termine e a basso rischio, in realtà, è molto semplice. Il problema, semmai, è che il risultato finale, essendo inferiore alle aspettative, potrebbe lasciare delusi.

Infatti, anche se nessuno lo dice chiaramente, a quell’investire soldi a breve termine e basso rischio si aggiunge una terza richiesta probabilmente lasciata come sottintesa: “…e che abbia un buon rendimento.”

Come investire soldi a breve termine e basso rischio.

Da quanto ho appena detto forse avrai già intuito che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, poiché occorre fornire una lista delle preferenze in ordine di importanza, altrimenti un consulente non può operare per fornire la soluzione migliore.

Inoltre, tengo a precisare che chiunque si prende la briga di studiare una soluzione sa già che il cliente vuole guadagnare il più possibile e quindi non c’è bisogno che venga richiesto appositamente. Un esperto (che sia veramente tale) darà direttamente la soluzione che, fermo restando le prime due richieste, darà il rendimento migliore.

Fatta questa necessaria premessa, passo a una possibile soluzione alla domanda iniziale (come investire soldi a breve termine e a basso rischio?). Devi sapere che il tasso d’interesse fornito dai prodotti finanziari dipende sempre da 3 fattori:

1. Per quanto tempo i capitali rimangono vincolati
2. Il tipo di difficoltà che si riscontrerebbe nel volersi liberare prima dei termini del contratto
3. I rischi che si corrono aderendo a un determinato tipo d’investimento

Passo al primo punto: è logico che un prodotto che ti obbliga a tenere fermi col cemento per 10 anni i tuoi soldi, deve fornirti un tasso d’interesse sicuramente maggiore rispetto a una soluzione che vincola le tue risorse finanziarie solo un anno. Da ciò si evince che un investimento a breve termine mal si concilia con un alto rendimento.

Il secondo punto riguarda la facilità o meno di poter ricollocare il contratto che hai stipulato, se tu dovessi avere una qualche urgenza di avere subito denaro liquido. Un prodotto finanziario facile da ricollocare ha tassi d’interesse minori rispetto a uno che, al contrario, ti rimarrà sul groppone per anni.

…Questo è uno dei motivi per cui un BTP (obbligazione statale a tasso fisso) ha tassi migliori rispetto a un CCT (obbligazione a tasso variabile). Il tasso fisso, proprio perché non cambia col tempo, diventa un’arma a doppio taglio!

Infatti, se i tassi scendono il possessore di un BTP guadagna più del mercato e probabilmente non ha problemi a rivenderlo, ma se i tassi salgono si ritroverà con un prodotto di scarso valore che nessuno comprerà (in quanto chiunque potrebbe comprare una nuova emissione più vantaggiosa).

Quindi, siccome chi prende un BTP si fa carico di un rischio maggiore, lo Stato ricompensa tale rischio con una remunerazione migliore.

Da ciò che ti ho appena detto per il punto 2, discende che una soluzione a breve termine non ha un rischio di rimanerti sul groppone e quindi tale rischio basso non verrà di certo premiato con chissà quale ricompensa…

Il terzo punto è quello fondamentale! Infatti i compensi di un investimento sono strettamente legati al rischio che corri quando li tieni in portafoglio.

Le obbligazioni italiane danno rendimenti legati alla stabilità del nostro paese, quelle tedesche daranno rendimenti legati alla stabilità economica della Germania (che nella fattispecie è migliore e quindi le cedole sono più basse) e le obbligazioni dei paesi del terzo mondo – avendo rischi elevatissimi – daranno cedole sostanziose.

Anche il mercato azionario fornisce interessi parecchio elevati e difatti le azioni, se utilizzate in modo errato, possono diventare molto rischiose. In definitiva, più aumenta il rischio di perdere i soldi con un certo investimento e più questa soluzione può, potenzialmente, fornire rendimenti maggiori. Quindi, abbiamo che un investimento sicuro non può sicuramente dare interessi decenti.

In conclusione, investire soldi a breve termine e a basso rischio significa affidarsi a un investimento che NON DEVE presentare forti oscillazioni di valori: quindi no azioni, forex, commodities e simili, in quanto non c’è nessuna garanzia che alla fine del termine essi presentino valori maggiori o uguali a quelli di partenza.

Bisogna quindi andare su un investimento ad andamento lineare tipo obbligazioni, fondi immobiliari, eccetera. Inoltre il breve termine taglia fuori quasi tutti gli investimenti ad andamento lineare, ad esclusione delle obbligazioni in liquidità (obbligazioni di tipo trimestrale, semestrale o massimo annuale).

Il fatto che cerchi un investimento sicuro, suppongo intendi che non deve esserci il rischio di perdere soldi, di conseguenza non puoi affidare i tuoi soldi a nazioni o aziende traballanti e quindi devi muoverti nel range di soggetti ritenuti solidi.

In conclusione, se vuoi davvero investire soldi a breve termine e basso rischio, la soluzione migliore è il BOT (a 3 , 6 o 12 mesi a seconda delle tue esigenze), oppure puoi anche inserire i soldi in un conto di deposito a rendimento elevato (qualora i soldi che devi depositare non siano tantissimi).
Fonte: comeinvestiresoldi.it

I derivati come strumento per investire oggi

40-derivati.jpgSiamo nel terreno della speculazione, roba da giocatori di poker. La rischiosità degli strumenti derivati, come i future, i warrant e le opzioni, è tale che in alcuni casi si può perdere più del capitale investito. Oggi il loro utilizzo è però diffuso, anche tra i piccoli risparmiatori, che in questo modo cercano di mettere un po’ di pepe nei loro investimenti.

Questi strumenti si definiscono derivati, perché non vivono di vita propria: sono scommesse a termine sull’andamento di un’attività sottostante. Hanno una scadenza e si possono utilizzare per speculare al rialzo o al ribasso. Se si azzecca la scommessa si può guadagnare molto. I derivati sono utilizzati, dagli investitori professionali, soprattutto come una forma di assicurazione contro i rischi dei mercati.
Per esempio, i fondi comuni che hanno grossi investimenti azionari, in periodi di particolare incertezza delle Borse, assicurano il portafoglio titoli acquistando derivati al ribasso. Se la Borsa scende, i guadagni realizzati con i derivati compensano la perdita.

Future, warrant e opzioni.
I future sono i contratti più rischiosi. Nei mercati mondiali ne sono quotati diversi tipi; ci sono quelli sul prezzo del succo d’arancia o della pancetta (trattati nella famosa Borsa merci di Chicago), quelli sulle valute, sulle obbligazioni e sulle azioni.
Nella Borsa italiana ci sono future sull’andamento dei Btp (Buoni poliennali del Tesoro), denominati Mif, e future sull’andamento dell’indice di Borsa Mib30, denominati Fib. Dal luglio 2000 c’è anche un Mini Fib, contratto sull’indice Mib30 che si può sottoscrivere con un investimento molto contenuto. Ciò che rende i future più rischiosi di altri contratti a termine è il fatto che la perdita può essere addirittura maggiore dell’investimento iniziale: se il valore del titolo sottostante scende per esempio da 10 a 8 euro, chi ha sottoscritto il future, oltre ad avere perso l’euro investito, dovrà risarcire all’intermediario un altro euro.

L’effetto leva
E’ un meccanismo moltiplicatore. Per fare un esempio, si investe su un titolo da 10 euro pagando un euro. Se il titolo sale da 10 a 11 euro, si guadagna sulla differenza, cioè un euro, che corrisponde a un guadagno del 100%. Ma a moltiplicarsi sono anche le possibili perdite.

Le opzioni e i warrant sono invece, contratti con i quali si può perdere, al massimo, il denaro impiegato.
Si tratta anche in questo caso, di scommesse sull’andamento futuro di un’attività quotata (un’azione, un’indice, una valuta, un paniere di titoli, o altro ancora).
In sostanza il contratto, che ha un costo, dà il diritto di ritirare l’attività sottostante entro una data prefissata a un prezzo prefissato (il cosiddetto strike price).
Se il prezzo dell’attività sottostante alla data di scadenza sarà superiore al prezzo prefissato, chi ha sottoscritto il contratto incasserà la differenza. Se invece, il prezzo dell’attività sottostante sarà pari o inferiore allo strike price, il derivato non avrà più alcun valore.

Dove Investire sulle azioni in Borsa

39-azioni-e-la-borsa.jpgContinuano le guide di istruzione che il blog propone per capire dove investire. Oggi ti parlo del mercato azionario.

Le azioni sono frazioni del capitale di una società. Chi acquista un’azione diventa socio, cioè proprietario di un pezzo della società proporzionale alla quantità di azioni che possiede. Se gli affari della società vanno bene, le azioni si apprezzano, se vanno male, le azioni scendono.

In realtà, l’andamento dei titoli in Borsa è condizionato anche dall’andamento generale dell’economia. Se gli investitori sono fiduciosi sulle prospettive dell’economia, investono di più in Borsa e tutti i titoli quotati se ne avvantaggiano, se sono pessimisti, abbandonano gli investimenti azionari e il mercato tende al ribasso.

La Borsa è, spesso, associata al concetto di speculazione. È vero che con le azioni si può guadagnare o perdere molto velocemente, anche da un giorno all’altro, ma la crescita dei mercati azionari si basa sui profitti generati dalle imprese. Quelli azionari sono, perciò, investimenti nell’economia reale. Sul lungo periodo, l’investimento in Borsa si è dimostrato il più sicuro e redditizio, perché basato sulla naturale tendenza dell’economia a crescere. Acquistare azioni di qualche società solida e promettente è il modo migliore per garantirsi buoni redimenti.

Un mercato virtuale. Fino a poco tempo fa, la Borsa era il luogo fisico dove avvenivano le contrattazioni. Gli agenti di cambio e i loro procuratori si ritrovavano in una grande sala, dove facevano le loro proposte di acquisto o di vendita per i diversi titoli. La sede storica della Borsa italiana è a Milano, in piazza degli Affari.
Oggi le contrattazioni sono telematiche: ogni operatore immette nel circuito elettronico della Borsa le proposte di acquisto o vendita, standosene comodamente seduto nel proprio ufficio davanti a un computer. E con la diffusione del trading on-line anche i piccoli risparmiatori possono comprare e vendere azioni direttamente dal computer di casa.

Azioni ordinarie e di risparmio.
I titoli azionari si dividono in due categorie principali: le azioni ordinarie e le azioni di risparmio. Le prime danno a chi le possiede il diritto di votare nelle assemblee della società, dove si prende ogni decisione importante. Le azioni di risparmio non danno invece, la facoltà di partecipare alle assemblee, ma in cambio offrono dividendi più interessanti. Pagano, infatti, un dividendo minimo garantito (ovviamente, a patto che la società realizzi profitti) e hanno un rendimento da dividendo più alto di quello delle azioni ordinarie.
Simili alle azioni di risparmio sono le azioni cosiddette “azioni privilegiate“. La somma del valore di tutte le azioni ordinarie, di risparmio e privilegiate, dà la capitalizzazione di Borsa di una società. Un valore che cambia ogni giorno.

La capitalizzazione complessiva della Borsa è data dalla la somma delle capitalizzazioni delle società quotate. Vent’anni fa le azioni quotate nella Borsa italiana erano 170, ora sono più di 300, per una capitalizzazione complessiva di circa 600 miliardi di euro. Alla Borsa di New York, il principale mercato azionario mondiale, sono quotate oltre 3 mila azioni, per una capitalizzazione complessiva di oltre 10 mila miliardi di dollari (oltre 20 milioni di miliardi di lire).

Privatizzazioni e Offerte pubbliche di vendita.
A partire dagli anni ’90 lo Stato, ha cominciato una campagna di privatizzazioni e collocamenti in Borsa delle principali aziende pubbliche: banche, società industriali, di servizi di pubblica utilità. Le privatizzazioni sono avvenute attraverso Offerte pubbliche di vendita (Opv), che sono assegnazioni dei titoli, a chi ne fa richiesta (in banca o presso una società d’intermediazione), prima che le azioni siano collocate in Borsa. La maggiore offerta pubblica di vendita è stata quella del colosso dell’energia elettrica Enel.

Sottoscrivere azioni in occasione di queste offerte è stato finora, nella maggior parte dei casi, un buon investimento. Sul mercato sono state immesse società risanate e redditizie. Una privatizzazione, non è però necessariamente sinonimo di buon affare. Ogni offerta va valutata attentamente.

Oltre alle aziende pubbliche, un numero crescente di piccole e medie società sono state collocate in Borsa negli ultimi tempi. In alcuni casi, sottoscrivere queste offerte prima dell’arrivo dei titoli in Borsa ha portato a notevoli guadagni. In altri, a cocenti delusioni.

Come si fa a individuare le azioni migliori?
Ogni giorno un esercito di professionisti (analisti finanziari, gestori di portafogli, economisti e intermediari) si dedica a una specie di gara, per individuare quali saranno i migliori titoli azionari. Si analizzano i bilanci delle società e le notizie sui settori in cui operano, si interpellano gli amministratori e si fanno ipotesi sulle prospettive degli affari. Soprattutto, si cerca di scoprire qualche dato positivo prima degli altri; prima cioè, che le buone notizie facciano salire il prezzo delle azioni, rendendo l’acquisto meno conveniente. In realtà, come ha evidenziato l’economista inglese John Maynard Keynes, uno dei padri dell’economia moderna, la logica per individuare l’azione vincente è simile a quella di un concorso di bellezza. Non è importante individuare la più bella, ma individuare quella che la maggior parte della giuria reputerà più bella.

In ogni caso, selezionare le azioni di grandi società, che realizzano buoni prodotti e distribuiscono con continuità un dividendo, è già un buon criterio. Forse non si individuerà il titolo con le performance più spettacolari, ma ci si terrà alla larga dalle peggiori delusioni. La scelta delle azioni è un lavoro abbastanza difficile… se si vuole investire in Borsa una fetta importante dei propri risparmi è meglio affidarsi a professionisti, attraverso fondi comuni, gestioni patrimoniali o altri intermediari specializzati.