Investire oggi sui titoli azionari

157-titoli-azionari.jpgIl primo passo per avvicinarsi al mondo del trading e degli investimenti e senza dubbio l’investimento sui titoli azionari.
Tutti o quasi hanno provato ad acquistare o vendere titoli di borsa di qualche società per sentito dire o perché consigliati da un amico o conoscente.
Il Trading per eccellenza si effettua sui titoli azionari. Del resto possono dare ottime soddisfazioni così come grandi delusioni. Ma forse sta proprio in questo il fascino che cattura tantissimi investitori e ormai in larga parte anche piccoli investitori.

Soprattutto con i titoli azionari viene fuori l’emotività degli investitori e del mercato stesso. E’ per questo che è necessario carrozzarci bene prima di scendere in campo, imparando dagli errori (sia nostri che altrui), e difendendoci da “noi stessi”.

A questo punto è importante fissare dei criteri per scegliere i titoli su cui operare:

Considerare inizialmente solo i titoli italiani
Per abituarsi alle “regole del gioco” che detta ogni mercato, è bene cominciare dal nostro. Solo così riuscirò a scegliere più facilmente tra i tanti titoli per esempio del mercato americano (caratterizzato da una maggiore volatilità).

Avvicinarsi ai panieri più liquidi, quindi con maggiori volumi
Questo perché il volume degli scambi è di fondamentale importanza per capire se una indicazione di acquisto o vendita che viene dalla “lettura” del grafico è confermato o si tratta solamente di un falso allarme.

Identificare quei titoli che danno maggiori chance di profitto
Non si direbbe ma ogni titolo ha un suo “stile” di movimento caratteristico, quindi riuscire ad identificarlo ci permette di scegliere i migliori di ogni paniere, sui quali operare. Non devo operare su di un titolo perché mi piace la società che ci sta dietro o perché me lo hanno consigliato. Naturalmente questo criterio è perseguibile solo se si hanno a disposizione le serie storiche dei titoli o dei grafici di almeno un paio di anni.

La mancanza di riferimenti storici implica l’alto rischio dei nuovi collocamenti
Quindi ritengo che la cosa migliore da fare sia aspettare che il titolo arrivi al mercato e decidere di conseguenza se entrare o starne fuori. Tanto se il titolo parte, sul treno c’è posto per tutti. Soltanto ora si cominciano ad intravedere per esempio i titoli più interessanti del Nuovo Mercato.

Non seguire troppi titoli
Non più di 40 o 50 in tutto se si ha la possibilità di consultare i grafici una volta al giorno (molti di più se si dispone di un sistema automatico che evidenzia i titoli in particolari situazioni tecniche). Se ne possono seguire relativamente pochi se si dispone di pochissimo tempo nell’arco di una settimana.

L’importanza della Forza Relativa

La Forza Relativa è la differenza di benchmark rispetto ad un altro titolo o meglio ancora rispetto ad un un indice. Quindi ci indica ad esempio se un determinato titolo cresce più “facilmente” rispetto all’indice del paniere a cui appartiene.
Questo ci porta ad esempio a preferire i titoli con maggiore forza relativa quando il mercato “tira” perché guadagneranno di più.
Viceversa quando il mercato è orso sceglieremo i titoli che scendono di meno rispetto all’indice di riferimento e quindi male che vada mi fanno perdere meno.

Non è necessario inseguire le piccole variazioni

Se non posso seguire continuamente il titolo? Se non voglio rodermi il fegato con tante piccole operazioni e tanti stop loss?
Si può fare trading anche con una prospettiva temporale più lunga, (che non significa comprare i titoli e tenerseli per molto tempo!!!). Ma significa preoccuparsi solo delle tendenze di fondo che solitamente sono più lunghe e facilmente individuabili.

In conclusione.

Come per i fondi comuni, anche per i titoli è importantissimo costituire un proprio paniere con quelli che ci facilitano l’attività di trading.
Una volta scelto il nostro portafoglio di titoli su cui operare si potrà cominciare quello che amo definire “il paziente e meticoloso lavoro di osservazione degli eventi”. Naturalmente per trarne profitto come insegna l’Analisi Tecnica. Prendendoci tutti gli stop loss che servono ma applicando ove possibile qualche sistema automatico per ridurre lo stress ed il tempo impiegato per l’analisi.
Finalmente oggi non sono solo gli investitori istituzionali che possono vendere delle azioni allo scoperto. Questo per esempio per investire online su di un ribasso, infatti cominciano ad esserci dei Broker Online che consentono con il loro TOL la vendita allo scoperto e/o in marginazione nel corso della giornata stessa (intraday) o per un periodo più lungo.

Investire oggi sui titoli azionari

157-titoli-azionari.jpgIl primo passo per avvicinarsi al mondo del trading e degli investimenti e senza dubbio l’investimento sui titoli azionari.
Tutti o quasi hanno provato ad acquistare o vendere titoli di borsa di qualche società per sentito dire o perché consigliati da un amico o conoscente.
Il Trading per eccellenza si effettua sui titoli azionari. Del resto possono dare ottime soddisfazioni così come grandi delusioni. Ma forse sta proprio in questo il fascino che cattura tantissimi investitori e ormai in larga parte anche piccoli investitori.

Soprattutto con i titoli azionari viene fuori l’emotività degli investitori e del mercato stesso. E’ per questo che è necessario carrozzarci bene prima di scendere in campo, imparando dagli errori (sia nostri che altrui), e difendendoci da “noi stessi”.

A questo punto è importante fissare dei criteri per scegliere i titoli su cui operare:

Considerare inizialmente solo i titoli italiani
Per abituarsi alle “regole del gioco” che detta ogni mercato, è bene cominciare dal nostro. Solo così riuscirò a scegliere più facilmente tra i tanti titoli per esempio del mercato americano (caratterizzato da una maggiore volatilità).

Avvicinarsi ai panieri più liquidi, quindi con maggiori volumi
Questo perché il volume degli scambi è di fondamentale importanza per capire se una indicazione di acquisto o vendita che viene dalla “lettura” del grafico è confermato o si tratta solamente di un falso allarme.

Identificare quei titoli che danno maggiori chance di profitto
Non si direbbe ma ogni titolo ha un suo “stile” di movimento caratteristico, quindi riuscire ad identificarlo ci permette di scegliere i migliori di ogni paniere, sui quali operare. Non devo operare su di un titolo perché mi piace la società che ci sta dietro o perché me lo hanno consigliato. Naturalmente questo criterio è perseguibile solo se si hanno a disposizione le serie storiche dei titoli o dei grafici di almeno un paio di anni.

La mancanza di riferimenti storici implica l’alto rischio dei nuovi collocamenti
Quindi ritengo che la cosa migliore da fare sia aspettare che il titolo arrivi al mercato e decidere di conseguenza se entrare o starne fuori. Tanto se il titolo parte, sul treno c’è posto per tutti. Soltanto ora si cominciano ad intravedere per esempio i titoli più interessanti del Nuovo Mercato.

Non seguire troppi titoli
Non più di 40 o 50 in tutto se si ha la possibilità di consultare i grafici una volta al giorno (molti di più se si dispone di un sistema automatico che evidenzia i titoli in particolari situazioni tecniche). Se ne possono seguire relativamente pochi se si dispone di pochissimo tempo nell’arco di una settimana.

L’importanza della Forza Relativa

La Forza Relativa è la differenza di benchmark rispetto ad un altro titolo o meglio ancora rispetto ad un un indice. Quindi ci indica ad esempio se un determinato titolo cresce più “facilmente” rispetto all’indice del paniere a cui appartiene.
Questo ci porta ad esempio a preferire i titoli con maggiore forza relativa quando il mercato “tira” perché guadagneranno di più.
Viceversa quando il mercato è orso sceglieremo i titoli che scendono di meno rispetto all’indice di riferimento e quindi male che vada mi fanno perdere meno.

Non è necessario inseguire le piccole variazioni

Se non posso seguire continuamente il titolo? Se non voglio rodermi il fegato con tante piccole operazioni e tanti stop loss?
Si può fare trading anche con una prospettiva temporale più lunga, (che non significa comprare i titoli e tenerseli per molto tempo!!!). Ma significa preoccuparsi solo delle tendenze di fondo che solitamente sono più lunghe e facilmente individuabili.

In conclusione.

Come per i fondi comuni, anche per i titoli è importantissimo costituire un proprio paniere con quelli che ci facilitano l’attività di trading.
Una volta scelto il nostro portafoglio di titoli su cui operare si potrà cominciare quello che amo definire “il paziente e meticoloso lavoro di osservazione degli eventi”. Naturalmente per trarne profitto come insegna l’Analisi Tecnica. Prendendoci tutti gli stop loss che servono ma applicando ove possibile qualche sistema automatico per ridurre lo stress ed il tempo impiegato per l’analisi.
Finalmente oggi non sono solo gli investitori istituzionali che possono vendere delle azioni allo scoperto. Questo per esempio per investire online su di un ribasso, infatti cominciano ad esserci dei Broker Online che consentono con il loro TOL la vendita allo scoperto e/o in marginazione nel corso della giornata stessa (intraday) o per un periodo più lungo.

Il segreto del successo negli investimenti è limitare le perdite

limitare-le-perdite.jpgQuando un trader si sente pronto a rischiare i propri soldi, avendo studiato una giusta strategia di money management a seconda della propria disponibilità e propensione al rischio, oltre a conoscere quali sono i metodi per i punti di entrata nel mercato deve sapere perfettamente quando uscire da una transazione.

A questo proposito andiamo ad illustrarvi quali sono le principali metodologie di stop.

Equity Stop
E’ la tipologia più semplice, dove il trader rischia solamente un predeterminato ammontare sul proprio conto per ogni singola transazione. Un metodo comune è quello di rischiare il 2% per ogni transazione.
Se prendiamo ad esempio un conto da $10.000, un trader potrebbe rischiare un totale di $200 che equivalgono ad esempio a 200 pips su un mini lotto di EUR/USD, oppure a 20 pips su un lotto standard (da 100.000 dollari). I traders aggressivi potrebbero arrivare a rischiare il 5%, è però da tener presente che questa pratica non si addice molto ad un trader prudente, che non voglia rischiare di perdere tutti i soldi nel proprio account con 20 transazioni sbagliate consecutivamente.

La parte più criticata dell’equity stop è il fatto che il punto di uscita viene messo in maniera arbitraria, ovvero senza nessun riscontro logico per quanto riguarda il movimento del prezzo o del mercato, ma serve solamente al trader ad avere controllo del rischio sul proprio account.

Chart Stop
L’analisi tecnica solitamente genera migliaia di possibili stop, in relazione al movimento dei prezzi del grafico e dei vari segnali degli indicatori. I traders che preferiscono tradare secondo i principi dell’analisi tecnica solitamente combinano questi exit point con le regole suggerite dagli equity stops.

Volatility Stop
Sono una versione più sofisticata dei Chart Stops. Questi infatti anziché usare il prezzo vero e proprio, utilizzano la volatilità del prezzo per impostare i parametri di rischio sul grafico. L’idea di base che sta dietro questa teoria è che in uno stato di alta volatilità dei prezzi il trader dovrà adattarsi a tali condizioni ed aumentare il rischio dell’operazione per evitare di chiudere una posizione per un’oscillazione ovvero un rumore di fondo dei prezzi. Nel caso invece che il mercato abbia una bassa volatilità, la propensione al rischio dovrà essere più ridotta.

Un modo abbastanza semplice per misurare la volatilità è attraverso l’uso delle Bande di Bollinger, che utilizzano la deviazione standard per misurare la varianza dei prezzi.

Margin Stop
Questo è forse il metodo meno ortodosso tra tutte le altre strategie di gestione dei punti di uscita, ma può essere utile nel mercato del forex, dal momento che è un mercato operante 24 ore su 24. Per questa ragione, i dealers possono liquidare le posizioni dei propri clienti in maniera praticamente istantanea, quando la transazione fa scattare la “margin call“. Per lo stesso motivo i traders difficilmente generano dei bilanci negativi sui propri conti, visto che i computer dei brokers chiudono automaticamente tutte le posizioni.

Questa strategia consiste dunque nel dividere il proprio capitale in 10 parti uguali. Ad esempio se il trader possiede $10,000 e desidera investirle nel forex, potrebbe versare sul conto del broker solo i primi $1000, lasciandone $9000 sul proprio conto bancario. Dal momento che la maggior parte dei broker offre una leva 100:1, un deposito di $1000 è sufficiente per tradare un lotto standard da 100.000 unità. In quel caso però anche una singola mossa di 1 punto potrebbe far scattare la margin call, in quanto nell’account non rimarrebbe alcun margine. Quindi, a seconda sempre della tolleranza al rischio del trader, si potrebbe prendere in considerazione un lotto da 50.000, che necessiterebbe di una perdita di 100 pips prima di raggiungere la margin call ( su $50.000 il dealer richiederebbe un margine di $500. Una volta persi 100 pips su un lotto da 50.000, ovvero $500, sul conto resterebbero $500 il ché farebbe scattare la margin call).
Non considerando quindi quanta leva il trader ha intenzione di utilizzare, questo tipo controllo salva il trader dal rischiare di perdere tutto il proprio capitale di investimento in una sola transazione. Anche se la tecnica è un pò grezza, questa potrebbe sicuramente risultare utile per i beginners, soprattutto per coloro che non sono ancora a proprio agio con gli altri tipi di stop.

Per fare pratica con queste tipologie di stop, ti consiglio di iniziare con un conto demo (clicca qui per avere il conto demo), o di seguire le indicazioni grazie ad un’indicatore (clicca qui per avere ricevere le isctruzioni), o se proprio non ti senti sicuro di rischiare il tuo denaro, affidati a professionisti del settore.
Questa utlima soluzione e quella che ti consiglio. Anche per diversifacare i tuoi investimenti, ma affidandoti a trader professionisti, più delle volte si ottengono buoni risultati.
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