Investire del denaro sui CFD

718-ottenere-profitti.jpgNegli ultimi anni si è vista una sostanziosa diffusione dei CFD come strumento per il trading online. Il motivo di questa crescita sono i molteplici vantaggi offerti tra cui, il più importante, la possibilità guadagnare sui mercati finanziari in ribasso.

Fare trading con i CFD significa investire del denaro sulla propria previsione relativamente all’andamento del valore di un determinato strumento finanziario sottostante e ottenere un guadagno o una perdita.
La varietà di sottostanti di un CFD è molto ampia, oggi si può fare trading su azioni, indici azionari, valute, materie prime, opzioni e derivati.

A differenza del trading tradizionale i CFD sono un prodotto a marginazione e quindi i volumi con cui l’investitore si trova a che fare sono nettamente maggiori rispetto all’investimento iniziale richiesto per poter aprire una posizione.

Mettiamo il caso che si ritenga che le azioni Intesa Sanpaolo siano sul punto di andare al ribasso: quello che il trader farà è pagare un piccolo deposito iniziale per aprire una posizione short sulle azioni Intesa Sanpaolo, dopo essersi premuniti degli strumenti necessari per la gestione del rischio quali ordini di stop loss o trailing stop.
L’effetto leva sfruttato dai CFD infatti può portare sia a guadagni che a perdite maggiori dell’investimento iniziale e per questo motivo è importante che ogni trader sia in grado di utilizzare tutti gli strumenti offerti dalle principali piattaforme di trading online per prevenire questo rischio.

Un altro fattore da tenere a mente quando si fa trading con azioni è il fatto che ogni operazione viene gestita dal punto di vista monetario nella valuta del paese di appartenenza dell’azione in questione. Nel caso quindi delle azioni Intesa Sanpaolo tutti le operazioni verranno liquidate in euro mentre se si vuole investire in CFD di azioni Apple, allora questi saranno gestiti in dollari.

Investire negli ETF

54-scelta-investire.jpgGli ETF di prima generazione sono organismi d’investimento collettivo del risparmio aperti ed hanno l’obiettivo di garantire un rendimento fedele all’andamento di un benchmark. Dal punto di vista strettamente tecnico, l’obiettivo degli ETF è quello di realizzare un trekking error ( pari alla differenza tra il rendimento del fondo e quello del benchmark di riferimento) prossimo allo zero.

La gestione passiva è ampiamente giustificata dalla letteratura, poiché, ha sempre più valore la tesi secondo la quale in un mercato efficiente non è possibile ottenere performance superiori a quelle del benchmark, quindi, al netto delle spese di gestione e delle imposte, la gestione passiva genera dei rendimenti superiori rispetto a quella attiva.

Questi strumenti sono quotati in un mercato regolamentato, in modo del tutto analogo a un’azione, perciò gli investitori sia istituzionali che retail possono investire e disinvestire sul mercato secondario con le stesse modalità semplici e immediate utilizzate per l’acquisto di un’azione.

Gli ETF si sono evoluti molto rapidamente, e oggi gli emittenti propongono indicizzazioni a indici sempre più diversificati e numerosi, con fini che ricordano per molti aspetti quelli della gestione attiva anche se la gestione è comunque considerata passiva.

Le nuove generazioni non si limitano più a riprodurre indici azionari, obbligazionari o monetari, ma grazie a modelli obiettivi e non secondo scelte discrezionali, fanno variare l’indice scegliendo le società più solide e con maggiori prospettive di sviluppo.

Nel mercato italiano, dal 2002, quando Borsa Italiana ha avviato la negoziazione su un apposito comparto, gli ETF hanno avuto un notevole successo e nonostante la crisi, le contrattazioni continuano a crescere.
Nel 2008 il numero di strumenti quotati nel segmento ETF plus di Borsa Italiana è aumentato di oltre il 60%, e i contratti scambiati a Piazza Affari rappresentano la percentuale più elevata in Europa con il 41%.

Le caratteristiche di efficienza, trasparenza e di contenimento delle spese di gestione, ma anche la nascita della figura di consulente finanziario indipendente (introdotta con la Mifid) sono i principali motivi che hanno contribuito a questo successo.