Le obbligazioni (sia sotto forma di titoli governativi, che di corporate bond) hanno tenuto banco a lungo sui mercati, ma ora il vento sembra aver cambiato direzione, con gli operatori del settore più propensi a investire sui mercati azionari. Lo sarebbero ancora di più se si percepisse davvero una crescita economica negli Stati Uniti e una maggiore stabilità nella zona euro, ma il trend è comunque già netto e il consiglio viene anche da grandi case come JP Morgan e Goldman Sachs. Tanto che, nei portafogli cosiddetti bilanciati, si sta passando mediamente da un 50% dedicato alle azioni a un generoso 60%.
Perché le obbligazioni sono penalizzate in questo periodo?
Per l’andamento molto rallentato dell’inflazione, che fa che scendere i tassi sui titoli governativi e incoraggia gli investitori a guardare altrove per trovare tassi reali positivi. In altre parole: da sempre quando i tassi di inflazione sono bassi ma in aumento le azioni battono le obbligazioni nella loro performance.
I settori azionari da preferire per chi non ama l’ansia sono i cosiddetti settori ciclici, ovvero quelli che vanno di pari passo con la crescita economica. Soprattutto nei comparti industriali, chimici, tecnologici e dei metalli di base. Per quanto riguarda i mercati da privilegiare, il podio spetta sicuramente a Wall Street: poiché l’economia USA è praticamente l’unica a mostrare segnali di salute. Ma anche quelli dell’eurozona – che beneficiano indirettamente della crisi del debito sovrano. Per quanto concerne Piazza Affari sono da tenere ben strette le azioni di società del comparto energetico e petrolifero (come ENI ed ENEL) oppure di case di gestione del risparmio come Azimut, Generali o Mediobanca. Nel 2013 i Paesi emergenti si sono rivelati molto deludenti, con un pesante deprezzamento di varie valute locali. Potrebbero però aver toccato il fondo e in quel caso presto sarebbero adatti per lo shopping.
Per chi preferisca in ogni caso acquistare bond, dal punto di vista delle obbligazioni bancarie è consigliabile non esagerare nelle quote di ogni singolo emittente oppure optare per un fondo obbligazionario già diversificato per sua natura. Per quanto concerne le obbligazioni corporate, sono molto richiesti i titoli di aziende solide, che però offrono tassi molto bassi per l’alta richiesta. I meno rischiosi sono i titoli a 3 o 5 anni emessi da aziende con elevati flussi di cassa. Sempre molto pericolose le obbligazioni high-yield, se non per chi ha un’altra propensione al rischio.
Fonte: Solofinanza.it