Sicurezza negli investimenti? si può fare..

380-titoli-di-stato.jpg&h=220&w=240&zc=1&q=90I Titoli di Stato sono delle obbligazioni periodicamente emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al fine principale di finanziare il debito pubblico o al fine di incassare somme di denaro da destinare ad opere pubbliche o attività di carattere istituzionale.

Investire nei Titoli di Stato BTP a basso rischio.Il denaro percepito dagli investitori che decidono di acquistare questi titoli viene poi restituito in base ad accordi prestabiliti e con gli interessi dovuti ed esplicitati al momento della sottoscrizione del contratto di acquisto.

Dal punto di vista dell’investitore, questo tipo di investimento fornisce generalmente rendimenti più bassi rispetto alle obbligazioni messe sul mercato da parte di società private. D’altro canto, però, i rischi di perdita di capitale sono più bassi ma la garanzia da parte dello Stato è senza dubbio più sicura di quella offerta da una qualsiasi impresa privata, per quanto stabile essa possa essere.

Un vantaggio oggettivo di questi Titoli di Stato sta inoltre nel fatto che essi sono quasi del tutto esenti dai fluttuazioni tipiche del mercato azionario privato.

I Titoli di Stato attualmente disponibili sono di cinque tipi:

1. Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), che hanno durata breve, cioè non superiore ad un anno dal momento dell’emissione. Il rendimento dei BOT dipende dallo scarto di emissione, cioè dalla differenza tra il loro prezzo di emissione e il valore che viene rimborsato all’investitore;
2. Certificati del Tesoro Zero coupon (CTZ), sono titoli della durata di due anni. Essendo privi di cedole, il loro utile è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso;
3. Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), sono caratterizzati dalla maturazione di cedole fisse che maturano ogni sei mesi e l’investitore che decide di acquistarli può scegliere tra cinque opzioni di scadenza definitiva a tre, cinque, dieci, quindici o trent’anni;
4. Buoni del Tesoro Poliennali Indicizzati all’Inflazione Europea (BTP€i), possono avere una durata di cinque o dieci anni e il loro rendimento è protetto dall’eventuale inflazione. Anche questo tipo di titolo matura cedole semestrali e, nel momento in cui il capitale viene restituito all’investitore, il suo valore viene ricalcolato sulla base dell’andamento dell’inflazione europea misurato tramite l’IAPC (dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo);
5. Certificati di Credito del Tesoro (CCT), sono titoli al portatore a medio-lungo termine e con scadenza massima a sette anni. Essi però possono garantire un rendimento tramite cedole semestrali variabili.
Fonte: investimentionline.net

Investire Oggi sui Titoli di Stato

titoli_di_stato.jpgChe cos’è un titolo di stato? Un titolo di stato è un vero e proprio titolo di debito emesso da società o enti pubblici ed attribuisce a chi acquista il diritto di vedere il proprio capitale rimborsato e accrescoito da un interesse specifico.

In altre parole, un titolo di stato è un’obbligazione, un prestito simile ad un vero e proprio buono di cassa. Quando si acquista un’obbligazione si presta denaro ad un governo, a una società o ad un altro ente che viene chiamato “ente emittente”. In cambio del prestito, l’emittente s’impegna a pagare uno specifico tasso d’interesse per la durata dell’obbligazione.

La qualità, o solvibilità, dell’emittente viene espressa mediante una misura globalmente riconosciuta, il rating, che esprime la classificazione della qualità degli emittenti di un titolo obbligazionario secondo determinati criteri che spaziano dalla solidità finanziaria alla potenzialità dell’emittente.

Concretamente il rating è una sorta di punteggio ponderato che gli istituti attribuiscono ai differenti emittenti. Le obbligazioni con rating AAA esprimono il più alto grado di qualità dell’emittente: bond con rating inferiori ingloberanno, nella loro quotazione, una riduzione del costo derivante dall’inferiore qualità dell’emittente. Va da sè che, maggiore è il rischio assocciato a determinati titoli, minore sarà il voto e più alta la remunerazione spettante all’investitore..continua..

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Cosa sono i Fondi Comuni di Investimento (parte 2a)

fondicomunidinvestimentopt2.jpgGentilissimo lettore, dandoti il benvenuto nel mio blog oggi voglio continuare a parlarti dei fondi comuni di investimento. Questo ariticolo è il continuo di quello pubblicato precedentemente e se non lo hai ancora letto ti invito a cliccare QUI. Se sei arrivato qua in cerca di un tuo futuro investimento, voglio presentarti una società con nome Tradingmatica. Qui sono sicuro che puoi trovare la soluzione migliore per il tuo prossimo investimento. Grazie a Trading System automatici in grado di sfruttare il mercato in diverse condizioni, è possibile speculare sia al rialzo sia al ribasso. I sistemi messi a disposizione sono numerosi e per diversificare il tuo investimento operano su diversi mercati. Grazie a combinazioni consigliate, divise a seconda del capitale a disposizione, puoi trovare la soluzione giusta per te. Vuoi sapere quanto può rendere il tuo capitale? Clicca QUI e richiedi gratuitamente una soluzione personalizzata. Una persona di fiducia sarà a tua disposizione per qualsiasi tua domanda. Cosa aspetti? Scegli l’operatività automatica e certificata..QUI

La sottoscrizione ad un fondo, può avvenire in due modi:

  • Tramite un unico versamento (denominato PIC) effettuato all’atto d’iscrizione nel fondo, unicamente firmando un contratto per l’importo che si ritiene più opportuno.
  • Oppure, tramite una serie di versamenti (denominati PAC) definiti alla sottoscrizione, si decide l’importo totale e la scadenza ultima.

Di solito si entra nel fondo con una cifra iniziale che può essere bassa e contemporaneamente, si programmano i versamenti in funzione del programma d’accumulo. Dal mio punto di vista, i PAC con i loro versamenti periodici, riducono il rischio di volatilità dell’investimento, inoltre un acquisto effettuato in diversi momenti, distribuisce il rischio sul prezzo medio d’acquisto. Al contrario, un unico acquisto concentra il rischio nell’unico prezzo iniziale.

Diverse persone affermano che i fondi comuni d’investimento sono gratuiti, sarà vero? Proviamo ad analizzare i costi diretti e indiretti (non uguali per tutte le emittenti), ai quali si va incontro al momento della sottoscrizione (fonte dei dati Assogestione).

  • Commissioni di sottoscrizione: sono pagate al momento della firma, ma sono ammortizzabili nel corso degli anni e la loro incidenza decresce con la permanenza nel fondo. Le commissioni di sottoscrizione, solitamente previste in alternativa a quelle di vendita, costituiscono la remunerazione della rete di vendita. Sono calcolate come percentuale dell’investimento iniziale secondo un sistema a scaglioni che prevede percentuali più basse per versamenti più elevati e viceversa. Generalmente possono variare tra il 2% e il 4%, sulla somma da investire. Esistono anche dei fondi che non applicano commissioni di sottoscrizione, i cosiddetti fondi “no load”, che in ogni modo..continua..